Impermeabilizzazione
Impermeabilizziamo tetti a terrazza, piani, inclinati o curvi, in lavori nuovi o nei rifacimenti. Aquatech specialista nell’impermeabilizzazione dei tetti con manti sintetici grazie alla consolidata collaborazione con Renolit, uno dei maggiori produttori europei di membrane impermeabilizzanti sintetiche monostrato per tetti.
Fra i materiali usati più comuni abbiamo: asfalto naturale arricchito con bitume naturale fino al 15%, bitume naturale o da distillazione di petrolio, allo stato solido, semi solido, liquido, in emulsione acquosa o in emulsione con altri componenti. Teli e guaine a base di: bitume, sostanze plastiche prodotti dalla polimerizzazione del cloruro di vinile P.V.C, dalla polimerizzazione dell’etilene: politene, a base di gomma: gomma cloroprene o EPDM. Nell’ambito delle impermeabilizzazioni rese con prodotti applicati liquidi, si utilizzano prodotti a base di resine epossidiche, poliuretaniche ,acriliche, poliestere e polimetilmetacrilate. Sono inoltre utilizzati, nell’ambito delle impermeabilizzazioni di fondazioni, pannelli o sedimenti in argilla oltre alla bentonite di sodio.
Non tutti i supporti sono adatti ad ospitare tutti i tipi di impermeabilizzazioni. Di seguito un piccolo elenco che permette di capire cosa utilizzare sui più comuni supporti:
Calcestruzzo: tutti i tipi di impermeabilizzazione
Legno: Guaine bituminose, emulsioni bituminose, teli sintetici (PVC, Poliolefine, EPDM), Resine (Epossidiche, Poliuretaniche, Acriliche).
Ferro: Guaine bituminose (con particolare attenzione al primer utilizzato), Teli sintetici (PVC, Poliolefine, EPDM), Resine (Epossidiche, Poliuretaniche, Acriliche)
Massetti alleggeriti: Per quanto riguarda questo genere di supporto va data una piccola spiegazione: si tratta di miscele di cemento sabbia ed acqua con alcuni agenti alleggerenti (perlite espansa, argilla espansa, polistirene espanso, schiumogeni quali tensioattivi ad esempio) singoli o miscelati tra loro che permettono di avere uno strato di cemento leggero e coibente sui solai. Alcuni di questi massetti sono particolarmente friabili e non riescono ad ospitare direttamente uno strato impermeabilizzante in quanto tendono a diventare incoerenti, pertanto si utilizzano teli sintetici (PVC, Poliolefine, EPDM) o si crea uno strato di separazione o di compattazione, fissati meccanicamente o particolarmente pesanti, che permetta di accogliere lo strato a tenuta. Tali strati sono solitamente dei pannelli in polistirene espanso di basso spessore o massetti cementizi armati di almeno 5cm. A questo punto si possono utilizzare tutti i tipi di impermeabilizzazioni. Nel caso, invece vengano contenuti tensioattivi anionici si dovranno evitare accuratamente le guaine bituminose in quanto vi è il concreto rischio che l’umidità residua contenuta nel massetto possa attivare i tensioattivi che andrebbero ad aggredire la parte grassa della guaina bituminosa.[1]
Coibenti: guaine bituminose, teli sintetici (PVC, Poliolefine, EPDM), Resine (Epossidiche, Poliuretaniche, Acriliche). In particolare è necessario fare attenzione alle pose di guaine bituminose a caldo in quanto molti coibenti (EPS, XPS, PU) sono termosensibili e potrebbero infiammarsi.
A seconda della tecnologia scelta l’impermeabilizzazione ha la necessità di avere una determinata preparazione che la renderà efficace e duratura nel tempo. Prima di tutto è necessario preparare la superficie rimuovendo parti friabili o comunque poco stabili, rimuovendo la polvere, e lisciando la superficie con prodotti adeguati e/o preparati specifici (primer).
La seconda parte fondamentale è evitare che l’umidità del supporto possa migrare ed arrivare a contatto con l’impermeabilizzazione creando delle pressioni che potrebbero o distaccare lo strato impermeabilizzante o consumare il supporto; per far ciò utilizziamo determinati primer adatti a convivere con superfici umide o attendiamo che il supporto sia perfettamente asciutto, normalmente non deve contenere più del 5% di umidità. Nel caso si scelgano prodotti particolarmente sigillanti (guaine bituminose, teli in PVC o in Poliolefina, o teli in EPDM) teniamo presente che l’umidità raccolta al di sotto dello strato a tenuta non potrà migrare verso l’altro; dovremmo, a questo punto, evitare che diventi acqua in forma liquida per non doverci trovare perdite da condensa.
Ogni tipologia di primer ha il suo determinato tempo di asciugatura. Per evitare di applicare il materiale impermeabilizzante troppo presto o troppo tardi si suggerisce di leggere la scheda tecnica del materiale utilizzato ed assicurarsi che le condizioni climatiche siano adatte a svolgere il lavoro.
A far da eccezione alla regola del primer vi è il supporto in legno per le guaine bituminose. In questo caso non è necessario utilizzarlo in quanto il legno è facilmente lavabile e non crea polvere distaccante. Anche per i sintetici non sempre è necessario il primer, infatti in tutte le applicazioni con fissaggio meccanico ad induzione o di applicazione non in totale aderenza non si utilizza alcun primer; diciamo che la regola si può esprimere in questo modo: tutte le volte che si vuole eseguire un’applicazione impermeabile in totale aderenza è necessario utilizzare l’idoneo primer.
Lo stato impermeabile una volta posato, sia in orizzontale che verticale, va protetto dal calpestio, dagli urti, o dagli agenti atmosferici come i raggi diretti del sole, che possono degradare fino a rendere inutilizzabile l’impermeabilizzazione. A seconda dei casi si utilizzano dei teli in feltro, ghiaia sottile tonda di fiume, vetro cellulare, lastre di materiale plastico sagomato in particolare per le zone contro terra.
COLLABORAZIONI
Per l’impermeabilizzazione dei fabbricati ed da anni collaboriamo con Renolit, azienda leader per la produzione di membrane impermeabilizzanti sintetiche monostrato per tetti.
SPECIALIZZAZIONI
Specialista nell’impermeabilizzazione dei tetti con manti sintetici, tetti a terrazza, piani, inclinati o curvi, in lavori nuovi o nei rifacimenti.
PROCEDIMENTI
Indipendenza sotto zavorra: ghiaia, pavimentazione galleggiante, giardini pensili o tetti verdi. In semi – indipendenza: fissaggio meccanico, in aderenza, colle o sistemi autoadesivi.